E’ vero che Facebook si appropria di tutti i diritti delle immagini?
In termini strettamente legali, ciò è vero: al link http://www.facebook.com/legal/terms viene inequivocabilmente scritto che “l’utente fornisce a Facebook una licenza non esclusiva, trasferibile, che può essere concessa come sotto-licenza, libera da royalty e valida in tutto il mondo, che consente l’utilizzo di qualsiasi contenuto PI pubblicato su Facebook o in connessione con Facebook (Licenza PI). La Licenza PI termina nel momento in cui l’utente elimina i Contenuti PI presenti sul suo account, a meno che tali contenuti non siano stati condivisi con terzi e che questi non li abbiano eliminati”. Chiariamo che PI, in questo contesto, significa “Proprietà intellettuale”.
Traducendo il testo citato qui sopra in forma più colloquiale, possiamo dire che, pubblicando una foto, un video o un testo, concediamo a Facebook il diritto di fare quello che crede col materiale che pubblichiamo, e finchè resterà pubblicato; la licenza è senza alcun limite di utilizzo o geografico, anche se non in esclusiva, il che significa che anche noi possiamo continuare a farci quello che vogliamo. Facebook a sua volta può concedere questi diritti a chiunque altro, pur se con i limiti di diffusione scelti con le impostazioni di privacy.
Allora viene spontaneo chiedersi: quanto ci dobbiamo preoccupare?
Non dobbiamo né sottovalutare né demonizzare: è bene saperlo, con questo evitando di condividere contenuti che riteniamo critici nella nostra attività: ok pubblicare le foto personali che ci diverte condividere; ok pubblicare le immagini del portfolio che desideriamo fare girare. No, invece, alla pubblicazione di immagini che sono oggetto di una nostra attività di vendita di diritti o lavori comunque direttamente rivendibili.
Contemporaneamente, la cosa non va demonizzata, assumendo comportamenti che ci farebbero apparire – nel social network – come dei paranoici o degli autori che si prendono spropositatamente sul serio. Operativamente Facebook non fa commercio dei contenuti pubblicati, perchè non si tratta del suo business, e perché… non si tratta di merce facilmente vendibile (come l’esperienza professionale purtroppo insegna). Facebook trae vantaggio da questi contenuti perché generano interesse, e l’interesse porta accessi, e gli accessi portano pubblicità e quindi guadagno. Ben difficilmente Facebook rivenderà la nostra singola foto o video: guadagna per l’effetto della massa critica di contenuti che attraggono interesse.
Il motivo per cui quella concessione di diritti viene richiesta è fondamentalmente che Facebook non vuole avere rotture di scatole nell’uso di quei contenuti per le sue finalità; ma le sue finalità reali sono quelle di essere attrattivo, e per esserlo deve “usare” i contenuti alimentati dagli utenti.
Questo articolo è stato ispirato dal lavoro dell’associazione Tau Visual, che ringrazio per lo svolgimento dell’opera di supporto e formazione ai fotografi, e al cui sito rimando per tutti gli approfondimenti.